Scuola senza zaino

  

La mia scuola è una Comunità

La scuola primaria dei plesso S. Pertini e Don Nello del Raso dal 2019 è entrata a far parte della RETE NAZIONALE "Scuola senza zaino per una scuola comunità" e ne ha adottato il modello pedagogico.

Il modello di scuola,  che coinvolge tutta la comunità scolastica, le famiglie e gli enti del territorio, è fondato su tre valori importanti:

  • ospitalità
  • responsabilità,
  • comunità

Le aule SZ sono organizzate in modo flessibile con tavoli quadrati 100X100 dove i bambini lavorano insieme in modo collanborativo e dove quotidianamente si compongono e ricompongono i gruppi di lavoro secondo le attività svolte. E' assente la cattedra, l'insegnante svolge il ruolo da registra e si sposta nella classe.

Tutte le classi sono dotate di digital board e deglistrumenti del modello scuola SZ. L'aula è costruita con vari angoli attrezzati e ogni alunno ha la propria "buchetta" ove riporre il prprio materiale scolastico (libri e quaderni).

Ogni mattina, prima di dare avvio alle attività didattiche, i bambini con l'insegnante si riuniscono in Agorà per parlare delle emozioni, degli argomenti delle lezioni, che si tratteranno in classe, e di tanto altro ancora.



PRESENTAZIONE SCUOLA SENZA ZAINO

Scuola Senza Zaino nasce nel 2002 a Lucca per diffondersi nel resto della penisola. Si sviluppa sulla scia di una pedagogia che punta a responsabilizzare gli alunni dove "il carico di lavoro dipende dai livelli di capacità”. Una scuola più leggera non solo ha una diversa organizzazione degli spazi, ma offre anche percorsi didattici personalizzati e allo stesso tempo abitua gli alunni a lavorare in gruppo. Una scuola che insegue una formazione di qualità, fondata sulla acquisizione di competenze e di autonomia, aperta allo spirito critico, alla creatività e alla libertà, capace di rispondere alle sfide del Terzo Millennio.

Nella Scuola senza Zaino (SZ) le classiche aule sono sostituite da ambienti flessibili e accoglienti: i vecchi banchi monoposto sono sostituiti da grandi tavoli quadrati con 6 sedie intorno. C’è un angolo per l’informatica con il computer connesso al web, un angolo “agorà” con una pedana e i cuscini morbidi disposti a semicerchio, dove i bambini si accomodano per leggere un libro, da soli o in gruppo, e durante le lezioni frontali. Un altro spazio è dedicato alle esercitazioni, dove il bambino ha a disposizione delle schede di autovalutazione sulle varie materie, per esercitarsi quando ha delle difficoltà. Appeso al muro c’è il letturometro, un pannello con la lista dei libri presenti nella piccola biblioteca di classe, dove l’alunno colora il quadretto corrispondente al libro che ha letto. Sempre alla parete, troviamo la mappa, un percorso a tappe del programma da imparare, che viene stesa con la partecipazione degli alunni. L’angolo scientifico è nell’aula a quadretti: qui si studiano piante, animaletti, pietre e si fanno esperimenti con le farine.

L’insegnamento non è standard, ma differenziato in base alle necessità e alle competenze del gruppo o del singolo. Mentre l’insegnante spiega una lezione a un tavolo, quello accanto fa degli esercizi, il terzo magari disegna o legge: il carico di lavoro dipende dai livelli di capacità. Il voto non c’è. Il bambino colora un semaforo sul foglio, blu è eccellente, verde è buono, arancione sufficiente, rosso insufficiente. Un altro caposaldo della scuola senza zaino è la solidarietà e la collaborazione fra i compagni. Ogni tavolo nomina un capotavolo che ha il compito di fare l’appello, di fare il portavoce con l’insegnante e in mensa di servire il pranzo ai compagni. Per il materiale didattico ogni famiglia versa una quota: saranno poi gli insegnanti a procurarlo presso i grossisti della zona. La spesa include anche una cartellina in pelle, sottile e leggera, con manico e bretelle che serve per portare i compiti a casa, una scheda, al massimo un quaderno, quando c’è bisogno.

Un’indagine dell’università di Firenze, condotta tra il 2008 e il 2009, ha messo a confronto 281 alunni di classi “senza zaino” e 295 alunni di classi normali. Il risultato è che i primi dimostrano di essere più indipendenti, più cooperativi e più empatici.

DIECI PUNTI PER UN APPRENDIMENTO EFFICACE

Nelle scuole che aderiscono al progetto non si usa lo zaino, ma una semplice valigetta per i compiti a casa. Lo zaino non è necessario perché gli ambienti sono ben organizzati. Nelle classi si trovano schedari, computer, giochi, enciclopedie, libri, materiali per scrivere e ascoltare, disegnare e dipingere, modellare e costruire, registrare e riprodurre, strumenti didattici per le varie discipline di studio, materiali di cancelleria. Inoltre gli spazi sono attrezzati con tavoli, angoli, pedane, mobili a giorno, archivi, pannellature. Tutto ciò serve per un apprendimento efficace che si basa sul metodo dell'Approccio Globale al Curricolo (Global Curriculum Approach).

L’apprendimento globale prevede un curricolo fondato su:

  • l’autonomia degli alunni che genera competenze
  • il problem solving che alimenta la costruzione del sapere
  • l’attenzione ai sensi e al corpo che sviluppa la persona intera
  • la diversificazione dell'insegnamento che ospita le intelligenze, le potenzialità, le differenze
  • la co-progettazione che rende responsabili docenti e alunni
  • la cooperazione tra docenti che alimenta la formazione continua e la comunità di pratiche
  • i diversi strumenti didattici che stimolano vari stili e metodi di insegnamento
  • l’attenzione agli spazi che rende autonomi gli alunni
  • la partecipazione dei genitori che sostiene l'impegno della scuola
  • la valutazione autentica che incoraggia i progressi

I TRE VALORI SENZA ZAINO

In tutto il mondo gli studenti utilizzano lo zaino per portare a scuola e riportare a casa il proprio materiale come libri, quaderni, penne, matite, gomme, forbici, squadre e righe, colori ecc. La cosa per la verità è un po’ strana. Nessuno si è mai domandato perché qualsiasi lavoratore trova i propri strumenti del mestiere sul posto di lavoro e invece gli studenti no. In effetti lo zaino comunica un senso di precarietà e di inadeguatezza, non a caso è stato inventato per gli alpinisti e per i soldati con il chiaro scopo di affrontare luoghi inospitali.

E' così che un nutrito gruppo di scuole ha deciso di metterlo in disparte. Si è trattato di un gesto reale, perché gli studenti hanno ora una cartellina leggera per i compiti a casa, mentre le aule vengono arredate con mobilio e materiali didattici avanzati; ma è anche un gesto simbolico in quanto le pratiche e le metodologie vengono innovati in relazione a tre valori.

LA RESPONSABILITA'

In Senza Zaino gli studenti si assumono la responsabilità del proprio apprendimento. Ci riferiamo al costruttivismo, per cui il sapere non si trasmette passivamente, ma è frutto dell’azione responsabile del soggetto. Una classe SZ assomiglia un po’ ad un efficiente ufficio dove ognuno sa quello che deve fare, perché concordato nell’incontro di inizio mattina. Si lavora a voce bassa e si scelgono le attività. Periodicamente si compila il proprio portfolio e ciascuno è consapevole degli obiettivi da raggiungere. Ci si sente motivati a studiare e le varie materie sono occasione per sviluppare competenze, perché si creano situazioni autentiche. Il senso di responsabilità si nota anche in quanto ognuno tiene in ordine gli armadi e gli strumenti didattici per essere pronti all’uso. Come in un ufficio il capo non si vede, così accade per l’insegnante SZ che sa organizzare la classe in modo che gli alunni siano autonomi. In questo sono aiutati dal fatto che insieme elaborano precise procedure raccolte nel manuale della classe scrupolosamente rispettato e revisionato.

LA COMUNITA'

La comunità ci dice che l’apprendimento avviene nella relazione. In una classe SZ possiamo vedere alunni che stanno esercitandosi in coppia o in piccoli gruppi. Ciascuno ha ben chiaro cosa deve fare, qual è il prodotto da realizzare e perché deve fare quella cosa. Un osservatore esterno può notare facilmente gruppi che nello stesso momento svolgono fino a 4 attività diverse: un gruppo ad esempio lavora nello spazio computer per preparare una ricerca, un altro organizza un cartellone che riassume un percorso, altri 2 sono impegnanti in esercitazioni .Si possono scorgere anche alunni che lavorano da soli ai vari angoli perché diamo spazio ai percorsi individuali. C’è poi un tempo in cui la classe si riunisce all’agorà: qui può accadere che l’insegnante tenga una conferenza o che si discuta di una ricerca o – infine – che si decida quali compiti fare. C’è anche l’assemblea dove si prendono decisioni importanti. Colpisce il fatto che l’assemblea si svolge in modo ordinato, il presidente (un’alunna/o) dà la parola, a turno si interviene, si vota, infine si ritorna in classe in ordine. Così si sviluppa il senso della cittadinanza.

La comunità naturalmente riguarda anche gli insegnanti. Basta partecipare ad una loro riunione per osservare come ciascuno evita di disperdersi in chiacchiere, focalizzandosi sul miglioramento didattico delle classi. Se un collega è in difficoltà con certi alunni o non conosce certi metodi, viene supportato adeguatamente attraverso lo scambio di pratiche e di idee, per cui si cresce professionalmente insieme. Vedendo all’opera un insegnante SZ ci accorgiamo che non eccede nel linguaggio verbale, ma usa frequentemente i linguaggi del corpo e della mimica, musicale e iconico, manipolativo e immaginifico, digitale e teatrale. Sa mettere insieme la mano (l’artigianalità), il cuore (le emozioni) e la mente (il pensiero). In definitiva ospitando tutti i linguaggi ospita tutte le differenze. Gli alunni perciò lavorano sì con carta e penna, ma anche con legno, cartone, creta, sabbia, tessuti, colori, ferro, materiali da riciclare. Studiano sui libri e tuttavia maneggiano provette, fanno esperimenti scientifici e nel contempo osservano la natura.

In alcune occasioni possiamo vedere come presentano i loro prodotti ai genitori o ai compagni organizzando una conferenza, mostrando un plastico, proiettando un film o un PPT, illustrando disegni, o eseguendo una rappresentazione. La struttura metodologica non standardizzata permette a ciascuna alunna/o di essere riconosciuta/o nella propria originalità e diversità.

 L'OSPITALITA'

Per capire l’ospitalità basta un’occhiata all’aula: non c’è la cattedra dinanzi alle file dei banchi, ma spazi divisi da mobilio: ancora una volta l’immagine rimanda ad un moderno ufficio open space. L’area dei tavoli è adatta al lavoro di gruppo. Le aree dedicate ai laboratori (arti, lingua, scienze e matematica, storia e geografia) suggeriscono la dimensione pratica dell’insegnamento. Un’altra area è attrezzata con 2 computer. La LIM è posizionata nell’agorà. Nella classe vi sono materiali didattici, schede di lavoro, cartellonistica e segnali. Si pone attenzione anche agli spazi esterni: corridoi, atri, giardini. Se gli spazi lo permettono vengono realizzate aule laboratorio.

LE NOSTRE AULE

aula sz

PER SAPERNE DI PIÙ

Sito ufficiale di Scuola senza Zaino

www.scuolasenzazaino.it

 

Allegati

Lettera_del_Dirigente_scolastico_ai_genitori_classi__prime_e_seconde_sc._primaria SZ.pdf.p_1.pdf

Lettera sui quaderni SZ.pdf

Inventario competenze SSZ.pdf

Idee guida valutazione SSZ.pdf

Presentazione Scuola senza Zaino 2021-22.pdf

Presentazione Scuola Senza Zaino.pdf